Apicoltura - Sull'origine dell'apicoltura razionale in Lombardia fra '700 e '800

 

                        

Le pagine iniziali del quinto volume delle Memoires pour servir a l'histoire des insects di Réaumur

Il secolo XVIII vede ancora convivere pratiche di conduzione delle api di tipo tradizionale e nuovi accorgimenti razionali mirati a salvaguardarne e svilupparne l'allevamento. Primo obiettivo di tutti gli studiosi in questo secolo è la lotta all'apicidio, ancora molto praticato fra i semplici allevatori di campagna.

La pratica dell'apicidio, con la soppressione delle api per raccogliere il miele e le tecniche primitive e scarsamente igieniche per estrarre il miele dai favi, limitava sensibilmente il valore economico dell'attività apistica. Ora si cercano e si raccomandano i metodi migliori per preservare vive e sane le api e per estrarre il miele conservandolo incontaminato.

1722:
stampa tratta dal Gabinetto armonico di padre Filippo Bonanni. Secondo un'antica credenza gli sciami di api potevano essere attirati producendo suoni particolari, per esempio battendo un bastone sulle pareti di una pentola.

Stampa del 1768.

 

In primo piano è rappresentata la "castrazione" o "decimazione" dell'arnia, come allora veniva chiamata l'operazione che permetteva di ricavare del miele e della cera senza uccidere tutte le api. Il lavoro veniva compiuto due volte all'anno, dopo i maggiori raccolti e dopo aver adeguatamente valutato il "peso" di ciascuna arnia.

Il personaggio in primo piano (n.2) capovolge una a una tutte le arnie del suo apiario (n.1) e usando coltelli e strumenti diversi, che tiene opportunamente immersi in un secchio probabilmente pieno d'acqua (n.3) al suo fianco, taglia le parti inferiori dei favi cercando di risparmiare la covata.

Sulla destra poggiato a terra vi è un contenitore con coperchio per ricevere i favi tagliati (n.4 poco distinguibile) e ai piedi dell'uomo si vede il fumo di una torcia (n.5) per calmare le api.

La stampa ha un chiaro intento esplicativo e divulgativo dei metodi ritenuti più razionali e produttivi dell'apicoltura e ben rappresenta l'intelligente spirito innovativo che pervade il secolo XVIII.

Stampa del 1768.

 

La raccolta di uno sciame. Un uomo scuote il ramo su cui si è posato uno sciame d'api e lo raccoglie in un'arnia che tiene in mano capovolta. Alla sue spalle un altro provoca del rumore coll'intenzione di indurre le api a radunarsi tutte sul ramo. Le arnie sono costituite da cesti di vimini intrecciati in forma conica aperti in basso.

Stampa del 1775.

 

Sono rappresentate diverse modalità di cattura di sciami di api. In alto un uomo e una donna cercano di indurre uno sciame a posarsi sul ramo di un albero producendo rumore con lunghe bacchette e coperchi di pentole poichè era opinione comune che ciò inducesse lo sciame ad arrestarsi.

Al centro un uomo regge in cima a un lungo bastone un'arnia di vimini intrecciati nella quale cerca di far entrare lo sciame posato sul ramo con l'aiuto di un altro uomo che produce fumo con una torcia accesa.

Il personaggio in basso a sinistra invece cerca di far entrare le api nell'arnia di vimini posata a terra scuotendole con una lunga scopa.

L'intento divulgativo della stampa è quello di stimolare l'allevamento domestico delle api suggerendo una buona fonte di reddito integrativo all'economia rurale.

Anche in Italia durante il secolo XVIII si diffondono raccomandazioni per promuovere la pratica dell'allevamento delle api con nuovi metodi razionali.

Carlo Amoretti

Educazione delle api per la Lombardia
Milano 1788

 

Su incarico della Società patriottica di arti e agricoltura Carlo Amoretti, che ne è segretario, compila questa "Istruzione" con le indicazioni per costruire la nuova arnia "razionale" e per accrescere "il comodo e il vantaggio" nella "coltivazione" delle api bandendo drasticamente il "barbaro metodo" dell'apicidio con cui si facevano perire le api per ricavare il miele. Per "animare i contadini e i proprietarj medesimi a coltivare le api" la Società patriottica aveva stabilito nel 1788 un premio di mezzo scudo per ogni arnia "razionale" trovata piena di api.

 

 

(sotto le due tavole illustrative contenute nel testo)

Carlo Amoretti...

 

Tavola I
Illustra le tre specie d'api, regina fuco e operaia , e un frammento di favo con i diversi tipi di cella: quelle reali, da fuco e da operaia. Al centro l'arnia consigliata composta da cassette quadrate sovrapponibili, che nella tavola seguente viene più precisamente illustrata.

Carlo Amoretti...

 

Tavola II
L'arnia illustrata è quella ideata dal Padre Harasti, altro membro influente della Società patriottica, e adottata come modello da diffondere. E' formata di quattro cassette quadrangolari uguali coperte da una tavola rimuovibile e sovrapponibili a seconda delle necessità, cioè del numero di api e del raccolto. All'interno due assicelle in croce partendo dagli angoli forniscono alle api il supporto su cui costruire i favi. (Le assicelle saranno perpendicolari per cassette con le pareti di vetro). Il miele si ricava staccando la tettoia e le cassette con un fil di ferro che si fa scorrere all'interno.

In basso uno strumento per fare fumo: un soffietto cui anteriormente si applica un recipiente di latta nel quale bruciare un cencio acceso.

Luigi Savani
Modo pratico per conservare le api
Milano 1811

 

Questo testo è stato scritto mentre era in vigore in Italia, come nel resto dell'Europa , il Blocco continentale voluto da Napoleone Bonaparte contro l'Inghilterra che aveva di fatto reso irreperibile nei mercati continentali lo zucchero di canna, monopolio già da tempo inglese.

L'avvocato Luigi Savani risponde con zelo patriottico e dichiaratamente autarchico alle necessità contingenti di trovare un succedaneo allo zucchero, in aggiunta alla coltivazione della barbabietola, che si sta per gli stessi motivi contemporaneamente affermando, ed indica il miele appunto.

 

Lo scopo dichiarato del testo è quindi di suggerire nuovi metodi per rendere più produttiva l'apicoltura, ancora legata a tecniche arcaiche e non convenienti economicamente. Savani si propone di estirpare definitivamente " l'esecrabile abuso di uccidere le Api " per estrarre il miele, il quale però dovrà essere " ben diverso da quel succido e schifoso che macellando le Api si ottiene", ma sia invece “di tal purezza e ingenuità che in quasi tutti gli usi lo stesso zuccaro pareggi ed uguagli”.

Luigi Savani...

 

Le arnie proposte da Savani (n. 1 e 2 nella tavola) sono recipienti di legno che possono essere usati sia verticali che orizzontali. Hanno un tetto e un fondo rimovibili che permettono la "decimazione" dei favi quando sono colmi di miele. Lo strumento segnato col n.6 è una leva/coltello con il quale si procede al taglio che deve limitarsi solo alla parte superiore dei favi, o inferiore, rispettando la covata. Lo strumento n.4 è un vaso nel quale bruciare dei panni per ottenere il fumo. Il n. 8 invece è una paletta sulla quale porre le parti di favo tagliate che vanno poi raccolte in un catino. I due strumenti col n.9 servono a determinare la direzione in cui far costruire i favi alle api. Funzionano da sostegno a pezzetti di favi già costruiti e si pongono all'interno dell'arnia. Le api costruiranno i favi nella direzione suggerita e li attaccheranno alle pareti.

Luigi Fontana
Del governo delle Api
Milano 1847

 

Questo testo, pubblicato otto anni dopo la morte dell'autore, intende rivolgersi "alla buona gente di campagna". Con un linguaggio semplice, vivacizzato da aneddoti e personali esperienze l'abate Fontana racconta la sua passione per le api senza mancar di riferire delle più recenti scoperte e novità sull'arte dell'apicoltura. Cauto nel non "voler censurare alcuno de' molti autori, che scrissero sulle api", è convinto che il suggerimento migliore sia "che le api in ispecie devonsi governare secondo il clima in cui vivono".

Consiglia l'uso di arnie quadrate oblunghe (illustrazione nella tavola sottostante), internamente a metà bisogna porre una crociera "con due verghette ... affinchè le api vi possano attaccare i propri favi". Dei graffi appositamente tracciati all'interno di ogni arnia suggeriranno alle api la direzione di costruzione dei favi fornendo anche un appiglio necessario a renderli più stabili. Un solido anello poi sul coperchio permetterà di appendere le arnie per raccogliere gli sciami .

 

 

Luigi Fontana

 

Tavola illustrativa, sotto la spiegazione.

Luigi Fontana     Del governo delle Api
Luigi Fontana Del governo delle Api

Il primo numero del giornale "L'Apicoltore"
pubblicato a Milano nel gennaio del 1868 con l'esposizione del programma fatta dal conte Alfonso Visconti di Saliceto, segretario dell'Associazione. Il giornale continuerà le pubblicazioni fino al 1929.

Il motto adottato dall'Associazione Centrale di Milano:

"il mio non sol ma l'altrui ben procuro"

Grandi tavole esplicative usate per la diffusione delle conoscenze e dei nuovi metodi razionali di allevamento delle api.

Tavola esplicativa utilizzata dai membri dell'Associazione per diffondere le conoscenze scientifiche e i nuovi metodi "razionali" di allevamento delle api usata durante lezioni pubbliche itineranti.

Notare la precisa rappresentazione dei particolari anatomici dell'ape, del suo ciclo evolutivo, le misure dei nuovi telaini mobili (in basso al centro) e delle cassette in sostituzione dei bugni villici, svariati attrezzi fra i quali l'affumicatore (in alto), coltelli per disopercolare, guanti, spazzole, un modello di sceratrice solare ( di lato a destra) e un primo smelatore radiale (in basso a destra).

Altra tavola divulgativa in uso nell'Associazione.
Notare la particolareggiata rappresentazione delle diverse tipologie di arnie (nella tavola in alto): verticale a due o tre piani (fig1 e 2) ; orizzontale a soffita mobile (fig.4); orizzontale "Dzierzon (fig5); "contadina" a favi mobili (fig6). Anche lo smelatore viene presentato con evidente impegno tecnico evidenziando le sue diverse componenti: gabbia, cilindro e ingranaggi.

Grande tavola didattica compilata dal prof. Luigi Sartori dell'Associazione Centrale e pubblicata da Paravia intorno al 1870. E' un quadro riassuntivo della biologia dell'ape.
Veniva utilizzata per scopi didattici e divulgativi.

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                                     Dall'Ottocento a oggi: vicende e iniziative di una famiglia lombarda.

Le origini dell'apicoltura razionale in Lombardia, innovazioni nell'industria delle  pelli,  iniziative pionieristiche nell'elettricità e nella cinematografia.